STRINGENDO
La fase adolescenziale che ho passato è del tutto legata alla "street culture", quella che può avere un paesano 15enne ( considerando la frazione in cui sono cresciuto ), quindi vicino allo zero. Le influenze che mi distaccarono dal "viva il PC e i giochi di strategia" ( innate in me ) giunsero con l'inizio delle scuole superiori, nuove amicizie e nuove realtà. Così anche i mie interessi variarono aprendo fighe alternative al canonico corso delle cose come : motorino truccato, la partitella di pallone in piazza, i sabati sera in discoteca (in giacca e scarpa lucida.. cioè) con annesso alcolismo di facciata, annesse sigarette di facciata e soprattutto droga di facciata.. insomma una serie di cose che scambiavo volentieri per pomeriggi "ricchi di skate" serate estive\invernali "piene skate" e nottate passate a provare passi di breakdance.
Chiaramente non ero il solo, questo "cliché" aveva contaminato già da tempo anche altri ragazzi del posto e la scena street iniziava a farsi viva anche qua.
Il rap, italiano alla Frankie hi nrg, era la colonna sonora delle mie giornate e quando uscivo nel pomeriggio nei primi periodi di motorino, portavo sempre con me due o tre bombolette spray, non afferravo fino in fondo il fatto della "tag" territoriale in quanto non esistevano "crew" rivali.. un gruppetto di 4 amici sommati a quelli delle zone limitrofe raggiungeva 10, era la nostra "crew" unica "Star Whores"!
foto: maglietta la prima fatta Star Whores.
Non avevo ancora photoshop o altri
programmi che sapessi usare se non paint.Non tanti quindi... nullità contro i cortei di coetanei che seguivano gli standard ufficiali denigrando tutto il resto, ma non era certo una gara a chi la viveva meglio quella che noi stavamo intraprendendo, per me era semplicemente un fantastico periodo fatto, purtroppo di pregiudizi e additamenti ingiusti ( noi pecore nere ) ma anche di fantastiche esperienze buone conoscenze e tanta figa! (uhuhuh).
Ingiusta, rumorosa, e nuova questa "street culture" quindi si andava delineando piano piano anche nella nostra piccola frazione. Il negozio ufficiale (Kripton) che riforniva le madie e supportava al massimo il nostro umore "alternativo" aveva residenza nella vicinissima Siena che reagiva al movimento non reagendo. Si perché in quegli anni un vero e proprio "movimento" sbocciava nella citta del Palio, era la stessa aria che respiravamo a Tressa, Ponte a Tressa.
In città scalinate o spiazzi accessibili venivano battezzati con le nostre tavole a rotelle, capitava di incontrarsi e contare più di venti ragazzi a skateare nello stesso spot, un macello =).
Iniziarono le lamentele di quelli che alle 14 non riuscivano più a pennichellare, di chi associava lo skate alle ciombe sugli sportelli delle auto e di quelli che si lamentano a priori, di conseguenza le proposte per rendere la cosa meno "dannosa" e più controllata. Nel paese invece, uguale.
"back side teil slide"
matita su carta Riccardo Casaioli
matita su carta Riccardo Casaioli
Un teil slide è quando si fa scivolare la parte finale della tavola (coda ) su una superficie, chiaramente si deve essere in movimento ed in equilibrio sullo skateboard.
Con la costruzione di uno Skate park si consolidava definitivamente la realtà "street attitude" anche a Siena, annullandone l'etica, ma dando uno spazio franco e delle strutture a noi amanti della tavola, a effetto specchio la cosa era tollerata anche nel mio paese, tipo: consenso della mammina! Tipicamente ecco nuove leve che si dimostravano interessate alla nostra passione.
Una moda, un cliché vero e proprio, ecco cosa stava nascendo, quello che in qualche modo avevamo avviato senza un fine ben preciso (in modo naturale) era ora divenuto mercato . Infondo mai una reale noia anche se di skater c'èra solo l'aspetto, gli "accessori" funzionavano e chi ne usufruiva si fermava li, noi continuavamo nel nostro, vedendo l'aspetto positivo del tutto, l'incremento di figa.
Così l'estate era lo skate contest a Grosseto, dove la scena ormai radicata stava vivendo una sorta di rinascita, poi le grandi trasferte in romagna allo "Slamtrick", agosti micidiali. Durante tutto l'anno si susseguivano immancabili visite ad Arezzo al mitico "sottostrada" con due mini ramp da urlo, Firenze con la bowl più concia della storia dove una volta caduto rischiavi di contrarre l'epatite e poi Perugia, piazza Partigiani rulez!! Il tutto raggiunto in bus, treno e passaggi di fortuna*.
E'ra fantastico, con due ore di treno alle spalle dei tipi venivano a provare i vari spot che l'architettura urbana proponeva da noi, poi gli infiniti dopo scuola allo skate park ormai punto di incontro per interi gruppi di amici...
Baikers, rollers e writers anche loro, giù allo skate park, una cultura street presente.
Sotto casa, a Tressa, adesso mi compravo "Freestyler" una rivista specializzata nel settore, e un paio di globe erano ai piedi di tutti, "OH MA FARA' SKATE? " già da un pezzo avevo smesso di chiedermelo. Giravano voci che la cosa stesse muovendo i suoi primi passi anche nei borghi più ignoti (!??).
La Fine.
Lo smallentellamento del park a colonna San marco (quello di Siena) di fine estate 2003 traccio una svolta, il declino; le strutture furono montate (l'anno seguente) in una periferia poco accessibile, risultato scarso, l'affluenza invernale già dimezzata negli street spots diminuiva incredibilmente a park allestito in piena estate e di per sé la nuova locazione non permetteva una facile reperibilità delle strutture. Il mondo di sola apparenza che sie era creato intorno al fenomeno svanì all'alba della resa lasciando lo scheletro rigido della "moda skate" ancora nascente al suo posto, come già detto chi ci credeva ha vissuto con struggente sdegno la fine di un grande momento continuando a praticare prima di essere cacciato da ogni dove il suo verbo, ...piano piano la "comunità skate" che così casualmente si era trovata via via cesso di essere tale, si ritornò al singolo elemento che pratica solitario. A singhiozzi "appesi la tavola al chiodo" anche io, conservando come molti un fascinoso ricordo di tutta questa fantastica storia.
:'(
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